«VIVA IL PAPA, VIVA GESÙ CRISTO!»: VILNIUS ACCOGLIE IL PONTEFICE

Sotto un cielo plumbeo è atterrato, alle 11.20 ora locale (10.20 ora di Roma), all’aeroporto internazionale di Vilnius, capitale della Lituania, l’A320 dell’Alitalia. 

«Viva il Papa, viva Gesù Cristo» è il grido dei fedeli mentre il Pontefice stringe la mano del presidente del Paese, Dalia Grybauskaite, e sorride a due bimbi in abito tradizionale che gli offrono dei fiori. 

Quindi il trasferimento al Palazzo presidenziale, dove il Capo di Stato, dopo aver ringraziato il Successore di Pietro per «il dono bellissimo nel centenario della ricostituzione del Paese», ha ricordato il legame imprescindibile con la Santa Sede che «ha sempre appoggiato l’idea di una Lituania libera». Il Presidente ha sottolineato che «negli anni delle prove più difficili i lituani si sono salvati grazie alla profondità della propria fede. Una fede che oggi permette alla Lituania, e soprattutto ai giovani, di guardare all’avvenire con grande speranza».

«Le auguro – Santità – salute, tenacia e coraggio nel suo cammino», ha concluso Dalia Grybauskaite.

Nel successivo incontro con le autorità e il corpo diplomatico, nel piazzale antistante l’edificio, il Papa, dopo i saluti iniziali, ha ricordato le parole di San Giovanni Paolo II che amava definire la Lituania: «Testimone silenziosa di un amore appassionato per la libertà religiosa». Dopo aver ricordato le detenzioni, le deportazioni e il martirio subiti dai lituani negli ultimi cento anni, il Papa ha evidenziato il vigore di un popolo che «ha un’anima forte». 

Soffermandosi sulla storia del Paese, il Pontefice ha centrato il suo discorso sull’accoglienza e il dialogo: «La Lituania ha saputo “ospitare” popoli di diverse etnie e religioni. Tutti sono vissuti insieme e in pace fino all’arrivo delle ideologie totalitarie che spezzarono la capacità di ospitare e armonizzare le differenze seminando violenza e diffidenza». 

Poi ha definito la Lituania «Terra-ponte di comunione e di speranza» e ha soggiunto: «Guardando allo scenario mondiale in cui viviamo, dove crescono le voci che seminano divisione e contrapposizione – strumentalizzando molte volte l’insicurezza e i conflitti – o che proclamano che l’unico modo possibile di garantire la sicurezza e la sussistenza di una cultura sta nel cercare di eliminare, cancellare o espellere le altre, voi lituani avete una parola originale vostra da apportare: ‘ospitare le differenze’. Per mezzo del dialogo, dell’apertura e della comprensione esse possono trasformarsi in ponte di unione tra l’oriente e l’occidente europeo».

«Questo – ha affermato ancora – può essere il frutto di una storia matura che, come popolo, voi offrite alla comunità internazionale e in particolare all’Unione Europea».

Rivolgendosi ai giovani, il Santo Padre ha proferito che «la Lituania che essi sognano si gioca nella costante ricerca di promuovere quelle politiche che incentivino la partecipazione attiva dei più giovani nella società. Un popolo in cui i giovani trovano spazio per crescere e lavorare. Questo renderà possibile a tutti di alzare lo sguardo con speranza verso il domani».

«Senza dubbio», ha concluso il Papa, «questo sarà seme di speranza, poiché porterà ad un dinamismo nel quale l’anima di questo popolo continuerà a generare ospitalità: ospitalità verso lo straniero, ospitalità verso i giovani, verso gli anziani, verso i poveri; in definitiva, ospitalità al futuro».

Dopo il pranzo nella sede della nunziatura apostolica, il pomeriggio si apre con la visita al Santuario Mater Misericordiae. L’effige della Mater Misericordiae – un dipinto del 1620 circa – appartiene all’iconografia delle “Madonne nere”. Testimonianze di segni miracolosi si sono accumulate, nei secoli, fino ad oggi. In particolare, la devozione verso la Madre della Misericordia è stata di grande sostegno per i cattolici durante il regime sovietico. 

Altro momento centrale della prima giornata di Papa Francesco in Lituania è l’incontro con i giovani nella piazza della cattedrale. Un appuntamento scandito da canti tradizionali, danze e testimonianze. 

L’evento successivo è la visita alla cattedrale dei Santi Stanislao e Ladislao, con la preghiera nella cappella di San Casimiro, dove ad attendere il Papa ci sono circa 60 suore e sacerdoti anziani. La giornata si chiude con la cena in nunziatura.

Il viaggio del Pontefice è iniziato questa mattina. L’aereo con a bordo il Santo Padre è decollato dall’Aeroporto Internazionale di Roma-Fiumicino alle ore 7:40. Alla partenza, il Pontefice ha inviato un telegramma di saluto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Mi è gradito rivolgere a Lei, signor Presidente, e a tutti gli italiani il mio affettuoso e beneaugurante saluto, che accompagno con ogni più cordiale auspicio di pace e di serenità». 

Durante il volo da Roma a Vilnius, il Papa ha fatto pervenire messaggi ufficiali ai Capi di Stato di Croazia, Ungheria, Slovacchia e Polonia. 

Il viaggio apostolico nei Paesi Baltici, da oggi a martedì prossimo, porterà il Papa in Lituania, Lettonia ed Estonia, 25 anni dopo la visita di Giovanni Paolo II e nell’anno in cui i tre Paesi celebrano il centenario della loro indipendenza. Si tratta del venticinquesimo viaggio all’estero del pontificato di Bergoglio. 

Il programma che attende il Papa è molto denso: fino al 25 settembre sono previsti 15 discorsi in quattro giorni di visita alle Repubbliche baltiche. Domenica il Pontefice si trasferirà in auto a Kaunas, mentre sarà a Riga il giorno dopo, e nel pomeriggio di lunedì si trasferirà al Santuario della Madre di Dio di Aglona. Martedì 25, infine, partirà in aereo per la capitale estone Tallinn, da cui ripartirà verso Roma. 

Le linee guida del viaggio del Papa sono state illustrate dal Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin: sostegno alle comunità cattoliche, ecumenismo, dialogo. 

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