"Radica"
Un pizzico di tenacia e tanta buona volontà. Rosita Mastrota, presidente regionale dell’Agia (Associazione dei giovani imprenditori agricoli), ha 26 anni. Vive a Cerchiara di Calabria, comune di duemila abitanti, in provincia di Cosenza. Il luogo in cui è nata e cresciuta – sorge ai piedi della Serra Dolcedorme, la cima più alta del massiccio del Pollino – è stato per lei fonte di ispirazione. «L’imponenza delle vette del monte mi ha aiutata ad acquisire la giusta convinzione. È bastato fermarmi un po’ a valle e ammirarle. Una boccata d’ossigeno a pieni polmoni ed ero pronta a iniziare la mia nuova avventura», confida.
Studentessa alla facoltà di Agraria, decide di rinnovare l’azienda di famiglia. Fonda l’impresa agricola “Radica” con i suoi 17 ettari di terreni tra meleti, frutti di bosco e uliveti. Tutto rigorosamente biologico. «Con i miei genitori abbiamo ereditato alcuni appezzamenti di terra. Erano destinati alle attività zootecniche, ma il mio desiderio puntava a ben altro. Sognavo di coltivare mele al Sud. Nella mia terra. Grazie a un progetto sperimentale del Gal Pollino e ai finanziamenti, ho iniziato a impiantare le prime 100 piante di melo».
I meleti, con circa 1.500 piante tra varietà commerciali e autoctone, sono dislocati in tre aree geografiche che rientrano nei comuni di San Lorenzo Bellizzi, Cerchiara di Calabria e Terranova. Tra le varietà di mele commerciali figurano Golden Delicious, Granny Smith, Gala, Fuji e Pinova, con volumi produttivi di circa 20 tonnellate l’anno.
Come ogni agricoltura biologica che si rispetti, i prodotti vengono coltivati con il minimo impatto dell’uomo e rispettando i cicli di vita naturali. «Ci avvaliamo di insetti utili, api per l’impollinazione, riducendo gli interventi al minimo indispensabile, con uso di ferormoni per la confusione sessuale e trappole per il monitoraggio degli insetti dannosi».
Quando il clima fa i capricci e le gelate, la siccità o la grandine lasciano i segni sui frutti, Rosita li utilizza per le confetture e i succhi di frutta. «Non contengono conservanti o addensanti chimici. Nei succhi c’è il 50% di polpa di mele, acqua e pochissimo zucchero, mentre nelle confetture l’82% del raccolto. Cuociamo a basse temperature per preservare e mantenere le naturali caratteristiche organolettiche degli ingredienti, senza ossidazione ed evitando che gli zuccheri contenuti vengano caramellati. In questo modo si mantiene il sapore del prodotto», spiega.
Ai palati più esigenti l’azienda offre delle conserve di vari gusti: mela e peperoncino, mela e liquirizia, mela e mandorla, mela e cannella, mela e lavanda, mela e zenzero, mela e pistacchio, mela e limone, mela e more e frutti di bosco.
Il prodotto è commercializzato nei negozi di frutta, soprattutto della provincia di Cosenza. Il numero più elevato di vendite si registra tra i clienti fidelizzati che «sono in continuo aumento. Questo mi dà forza e mi fa credere sempre di più nel mio lavoro».
All’inizio Rosita ha dovuto superare diversi ostacoli. Il più grande: «La mentalità del posto. Credono che l’agricoltura sia un ripiego o peggio ancora un passatempo. Non è così. È il mio lavoro e costa sacrificio e dedizione quotidiana».
Rosita si alza presto ogni mattina. Si reca alla terra, porta i prodotti al mercato: «Con la mia famiglia non ci fermiamo mai. Le aggiungo che non abbiamo un nostro laboratorio pertanto raggiungo due strutture specializzate nella trasformazione dei frutti: una in Calabria e una in Basilicata. Investo molto tempo e non è uno svago». Guardando poi al futuro ha le idee chiare e dei sogni nel cassetto: «Vorrei avere un laboratorio per la trasformazione dei frutti e aprire l’azienda a chiunque voglia visitarla, con percorsi formativi e naturalistici. Spero di riuscirci! Intanto non mi fermo e continuo a crederci…», conclude.

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